È una tecnica che serve per allungare il tempo che quasi si ferma. Ciò che accade viene descritto “al rallentatore”. Ogni azione, anche se dura poco, viene spiegata minuziosamente.

 

LA FOGLIA VOLANTE

E' mattina. Il sole è già alto sull'orizzonte. Avanti a me si stende un'enorme distesa di erba verde. Dietro si vedono grandi colline e qua e là  ci sono case piccole e abbandonate.
Mi stendo sull'erba verde chiaro, sotto ad un albero. Il sole mi acceca.
Mentre sto rilassata nell'erba, dall'albero cade una foglia verde che viene trasportata dal vento e vola, vola sempre più in alto. I raggi del sole si mescolano al vento leggero e alla foglia che vola. Rotola e fa capriole come se fosse una piuma. Si gira e si rivolta e vola come una farfalla un po' sbadata. Sembra un tappeto volante che fa un viaggio lunghissimo. Si poggia sul mio viso e ne sento la leggerezza. Poi, sfiorando l'erba e i fiori colorati, si alza immediatamente comincia a volare nel cielo azzurro. Infine scende e si posa sull'erba, accanto a me.

Ivana 

LA PARTITA

Sono nel campo di pallavolo e sto facendo una partita. Tutte le mie compagne sono serie, impegnate. Una delle mie avversarie schiaccia, ma non supera la rete. Il punto è nostro: 1 a 0.
Un'avversaria para una nostra palla e la tira nel nostro campo, ma Giovanna, una delle più alte, respinge e passa a Zaira che la passa a me. Io guardo la palla e...

ho il tempo di saltare con le braccia tese. Ho il tempo di posizionare le mani. Ho il tempo di guardare la posizione delle avversarie. Ho il tempo di fare una finta. Tocco la palla e...

...è punto!!!! Tutte noi urliamo. Saltiamo come cavalli impazziti. Questa volta vinciamo noi!

Valentina

LA PALLA

 

-    Forza, che ce la fai! – gridò Mario, correndo e colpendo col piede la palla per lanciarla verso Sandro che si buttò di lato, tendendo il più possibile il braccio per fermarla, ma la mancò di pochi centimetri.

Gli occhi di Mario si dilatarono, seguendo il percorso del pallone che volò oltre la mano di Sandro, toccò terra poco più in là e rimbalzò, levandosi sino all’altezza della vetrina del negozio. Toccò il vetro, quasi nell’angolo, con un schianto improvviso. S’udì allora il rumore dei vetri in pezzi e si videro le schegge volare dappertutto, catturando centinaia di riflessi di luce e lanciandoli intorno in brevi lampi accecanti. Alcuni vetri, pericolanti e tintinnanti, rimasero lungo i bordi del grosso buco creato dal passaggio del pallone che, tranquillo, continuò a rotolare all’interno del negozio sino a rifugiarsi in un angolo oscuro, sotto un mobile massiccio.

 

Giuseppe