Il drago malvagio(Laboratorio di scrittura creativa e collaborativa)
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All’interno
il tronco d’albero aveva tre stanze piccole e comode. Il salone aveva un
divano con un camino che lo riscaldava dal freddo dell’inverno. La
cucina aveva un forno, un tavolo e il frigorifero. Salendo le scale
c’era la stanza da letto con un piccolo letto e un armadio. Il folletto
custodiva un potente diamante che faceva diventare chi lo possedeva il
padrone del mondo. Lo teneva nascosto nella cantina della sua casetta e
non poteva usarlo, altrimenti sarebbe diventato forte ma cattivo. Dall’altra
parte del bosco abitava un drago terribile. Aveva
dieci teste con degli occhi di fuoco e delle spine sul collo che lo
proteggevano dai nemici. Aveva due grandi ali che lo facevano volare e una
pelle durissima, di colore verde e nero. Con la sua bocca sputava del
fuoco per bruciare i nemici. Le sue ferite guarivano da sole. Quando
passavano gli anni diventava sempre più forte. Sapeva diventare
invisibile. Faceva dei versi strani ed era sempre affamato. Il
drago abitava in una caverna nera e buia. Fuori e dentro strisciavano
serpenti; in aria volavano pipistrelli. Quella caverna faceva molta paura.
Intorno non cresceva un filo d’erba: c’erano invece solo alberi
scheletriti. Il drago si
era alleato con un cavaliere nero.Questi
era molto forte, non veniva mai ferito dai nemici. Lui aveva una pozione
speciale che non si consumava mai e lo rendeva fortissimo. Il suo cavallo
sputava fuoco ed era velocissimo. Il drago e il cavaliere avevano deciso di impossessarsi insieme del diamante e di diventare i padroni del mondo. Il folletto sapeva che non poteva farcela da solo a sconfiggere i nemici. Pensò allora di chiedere aiuto alla fata Celeste che abitava nel fiume là vicino. Così si recò là. Quel luogo era molto bello. Il sole brillava nel cielo. Gli uccelli volavano tra le nuvole. Nel prato c’erano dei fiori profumati. Il fiume scorreva dolcemente con le sue acque azzurrine. Sotto l’acqua trasparente si intravedeva un castello. Si tuffò,
bussò e, siccome non rispondeva nessuno, entrò. La casa era molto bella:
aveva un pavimento blu e luccicante. Al letto c’era un velo che si
chiudeva quando la fata dormiva, si apriva quando la fata si alzava. Sul
letto erano appoggiati cuscini blu a forma di cuore. Si vedevano un
comodino, dove forse la fatina metteva i suoi gioielli più preziosi, e un
divano su cui la fata poteva riposare tranquillamente. Ed ecco,
misteriosamente, comparve la fatina… Aveva gli occhi a mandorla. I suoi occhi erano belli perché verdi come il mare. Usava il trucco rosa e il rossetto rosso. Il suo colore di capelli celeste e blu ricordava molto i colori del mare. Aveva una bellissima collana al collo di colore oro. Indossava un lungo vestito azzurro e delle scarpe delicate sempre di colore azzurro. Aveva una scollatura che faceva vedere l’abbronzatura delle sue spalle. La sua bacchetta era a forma di rosa celeste. Con le sue delicate ali blu la fatina poteva volare nel cielo. Dalla finestra della casa si vedeva nuotare un pesciolino. Infatti la fatina aveva un pesce che le faceva compagnia. Era simpatico e colorato. Aveva la testa arancione, il corpo celeste e blu e le pinne azzurre. Nuotava veloce nel fiume, era sempre sorridente e viveva con la fata nuotando intorno al suo castello. Il folletto
chiese alla fata: Alla fine decise. Con la sua bacchetta magica fece diventare il drago e il cavaliere piccoli…piccoli…sempre più piccoli, finché diventarono della grandezza di un giocattolo per bambini. Così, trasformati in giochini, il drago e il cavaliere finirono probabilmente in un negozio di giochi e forse qualche bambino li troverà e potrà giocare con loro. Da allora nel bosco di Fungus non ci furono più pericoli. FINE
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