Il drago malvagio

(Laboratorio di scrittura creativa e collaborativa)

 

C’era una volta un folletto di nome Fungus. Sorrideva sempre e faceva ridere tutti i suoi amici perché aveva un carattere molto allegro. Aveva due grandi occhi neri e delle buffe orecchie a punta. Anche il suo cappello terminava a punta con un diamante finto attaccato sopra. Indossava un mantello rosso, una maglietta arancione e dei pantaloni molto buffi di due colori: giallo e rosso.

La casa del folletto da fuori sembrava molto accogliente. Infatti era vero, perché il folletto innaffiava tutti i giorni i fiorellini. Mangiava i funghi porcini che crescevano intorno. Quando arrivavano i suoi amici dicevano:
- Che belli i fiorellini che sono laggiù!
Il folletto abitava dentro il tronco di un albero. In mezzo si apriva una porta con dei bei fiorellini attorno e sopra al tetto spuntava un grande camino da dove usciva il fumo. Sul tetto c’era della paglia e un po’ più sotto Fungus aveva appeso un grande cartellone per i nemici e uno più piccolo per gli amici. Sul primo era scritto “Nessuno può entrare perché sono guai!”; sul secondo c’era scritto un grande “Benvenuti!”. Appoggiata al lato del tronco c’era una scala lunga che serviva per salire sul tetto. Intorno a tutta la casa un rovo spinoso serviva a proteggerla dai cattivi.

All’interno il tronco d’albero aveva tre stanze piccole e comode. Il salone aveva un divano con un camino che lo riscaldava dal freddo dell’inverno. La cucina aveva un forno, un tavolo e il frigorifero. Salendo le scale c’era la stanza da letto con un piccolo letto e un armadio.

Il folletto custodiva un potente diamante che faceva diventare chi lo possedeva il padrone del mondo. Lo teneva nascosto nella cantina della sua casetta e non poteva usarlo, altrimenti sarebbe diventato forte ma cattivo.

Dall’altra parte del bosco abitava un drago terribile. Aveva dieci teste con degli occhi di fuoco e delle spine sul collo che lo proteggevano dai nemici. Aveva due grandi ali che lo facevano volare e una pelle durissima, di colore verde e nero. Con la sua bocca sputava del fuoco per bruciare i nemici. Le sue ferite guarivano da sole. Quando passavano gli anni diventava sempre più forte. Sapeva diventare invisibile. Faceva dei versi strani ed era sempre affamato.

Il drago abitava in una caverna nera e buia. Fuori e dentro strisciavano serpenti; in aria volavano pipistrelli. Quella caverna faceva molta paura. Intorno non cresceva un filo d’erba: c’erano invece solo alberi scheletriti.

Il drago si era alleato con un cavaliere nero.Questi era molto forte, non veniva mai ferito dai nemici. Lui aveva una pozione speciale che non si consumava mai e lo rendeva fortissimo. Il suo cavallo sputava fuoco ed era velocissimo.

Il drago e il cavaliere avevano deciso di impossessarsi insieme del diamante e di diventare i padroni del mondo.

Il folletto sapeva che non poteva farcela da solo a sconfiggere i nemici. Pensò allora di chiedere aiuto alla fata Celeste che abitava nel fiume là vicino. Così si recò là.

Quel luogo era molto bello. Il sole brillava nel cielo. Gli uccelli volavano tra le nuvole. Nel prato c’erano dei fiori profumati. Il fiume scorreva dolcemente con le sue acque azzurrine. Sotto l’acqua trasparente si intravedeva un castello.

Si tuffò, bussò e, siccome non rispondeva nessuno, entrò. La casa era molto bella: aveva un pavimento blu e luccicante. Al letto c’era un velo che si chiudeva quando la fata dormiva, si apriva quando la fata si alzava. Sul letto erano appoggiati cuscini blu a forma di cuore. Si vedevano un comodino, dove forse la fatina metteva i suoi gioielli più preziosi, e un divano su cui la fata poteva riposare tranquillamente. Ed ecco, misteriosamente, comparve la fatina…

Aveva gli occhi a mandorla. I suoi occhi erano belli perché verdi come il mare. Usava il trucco rosa e il rossetto rosso. Il suo colore di capelli celeste e blu ricordava molto i colori del mare. Aveva una bellissima collana al collo di colore oro.

Indossava un lungo vestito azzurro e delle scarpe delicate sempre di colore azzurro. Aveva una scollatura che faceva vedere l’abbronzatura delle sue spalle. La sua bacchetta era a forma di rosa celeste. Con le sue delicate ali blu la fatina poteva volare nel cielo.

Dalla finestra della casa si vedeva nuotare un pesciolino. Infatti la fatina aveva un pesce che le faceva compagnia. Era simpatico e colorato. Aveva la testa arancione, il corpo celeste e blu e le pinne azzurre. Nuotava veloce nel fiume, era sempre sorridente e viveva con la fata nuotando intorno al suo castello.

Il folletto chiese alla fata:
- Mi puoi proteggere dai malvagi?
La fatina disse subito di sì, ma fu molto preoccupata perché, nonostante la sua magia, proprio non sapeva come fare a sconfiggere il potere enorme e la terribile malvagità del drago e del cavaliere nero.

Alla fine decise. Con la sua bacchetta magica fece diventare il drago e il cavaliere piccoli…piccoli…sempre più piccoli, finché diventarono della grandezza di un giocattolo per bambini. Così, trasformati in giochini, il drago e il cavaliere finirono probabilmente in un negozio di giochi e forse qualche bambino li troverà e potrà giocare con loro.

Da allora nel bosco di Fungus non ci furono più pericoli.

FINE


la classe I G